Vittoria Magno (giornalista) “Il Gazzettino di Treviso

“Della pittura che gli è congeniale sia come segno grafico che come impianto coloristico, Contrada si serve infatti per avviare con il prossimo discorso i cui temi fondamentali possiamo trovare nella cronaca di tutti i giorni. Nel suo racconto l’artista non sempre si limita a riferire su cose e fatti, più spesso ne diventa interprete e commentatore efficacissimo e dando al suo neofiguratismo un tono più vicino alla critica di costume che alla polemica. Uno dei temi che più ricorrono nelle “cronache” di Contrada sono le tragedia della strada. con un realismo che nulla sacrifica alla struttura simbolica dei fatti, egli pone l’osservatore di fornte alle proprie responsabilità facendo in modo che anch’esso ritrovi in sé le origini che hanno determinato il dramma. Altre volte l’rtista si sofferma ad analizzare l’intimo dell’uomo, scavando nei suoi più profondi sentimenti. Sempre però mimetizza il suo neorealismo espressivo nel compositivo di forma e colore. I suoi racconti assumono così l’aspetto di composizioni figurali ove il soggetto principale si indovina nell’accavallarsi di altre forme a testimonianza di un mondo che non ha tregua e non permette all’uomo di soffermarsi nella contemplazione. L’opera pittorica di Antonio Contrada non si asaurisce quindi nella compiutezza formale (che nell’artista genovese è già valida per se stessa grazie al raffinato equilibrio cromatico e alla impostazione grafica) ma assume significato morale di formazione. E’ un invito in “scrittura d’arte” alla riflessione e all’autocontrollo, un modo per riaffermare la funzione dell’artista nella scietà moderna.”